Con una superficie di circa 54 mila ettari, l’Area Marina Protetta Isole Egadi racchiude l’arcipelago costituito da Favignana, Levanzo, Marettimo e dagli isolotti di Formica e Maraone e costituisce la riserva marina più estesa del Mediterraneo, punto di arrivo di parecchi organismi marini trasportati dalla corrente oceanica, che rappresentano un’importante risorsa per l’equilibrio biologico. 

È stata istituita con l’obiettivo di custodire e tutelare gli habitat naturali marini, la riserva ha un’inestimabile valore naturalistico.

I suoi fondali ospitano la più estesa e meglio conservata prateria di Posidonia oceanica. Tale habitat risulta essenziale per l’equilibrio dell’ecosistema marino: ritenuto il polmone del Mediterraneo, produce ossigeno e assorbe CO2; attenua l’erosione costiera grazie alla formazione delle banquette, accumuli di foglie morte che si spiaggiano durante le mareggiate; è l’ambiente ideale per la crescita dei giovanili degli organismi marini.

La riserva si distingue per la  sua ricchissima biodiversità, frutto della grande varietà di habitat. Di particolare interesse, sono l’habitat coralligeno e il marciapiede a Vermeti.

La fauna ittica è fortemente diversificata e, tra le specie più comuni, si annoverano la cernia bruna, la cernia di fondale, il dentice, il sarago faraone e la ricciola. Molto comuni sono anche le aragoste e i molluschi cefalopodi come i polpi.

Nell’arcipelago delle Egadi è, inoltre, presente il 25% circa delle specie protette o vulnerabili del Mediterraneo. Tra queste, il tonno rosso, la rarissima foca monaca, la tartaruga marina Caretta caretta, cetacei come stenelle, tursiopi e capodogli, alcune specie di squali e mante, il bivalve pinna nobilis, e la patella ferruginea.

I fondali sono prevalentemente misti, poiché formati da sabbia e roccia. Questa caratteristica ha permesso la formazione di un ecosistema senza pari, in cui le forti correnti marine rappresentano elemento di vitalità per i grandi predatori.

Tra i siti d’interesse, vi sono le splendide grotte sommerse e semisommerse, le cui pareti sono ricoperte da organismi molto colorati.

Numerosi sono anche i siti di immersioni subacquee, che possono essere superficiali, profondi, in grotta o su siti archeologici marini, si possono infatti osservare reperti risalenti alla battaglia delle Isole Egadi, celebre scontro navale tra Romani e Cartaginesi, conclusivo della prima guerra punica.

L’AMP Isole Egadi è suddivisa in quattro zone: A – riserva integrale, B – riserva generale, C – riserva parziale e D – di protezione, che si distinguono per livello di protezione e conseguente fruibilità. Si consiglia di visitare il sito ufficiale dell’AMP per verificare lo schema delle attività consentite nelle diverse zone.

Il Centro di Recupero per Tartarughe Marine dell’AMP Isole Egadi è un importante punto di riferimento sul territorio trapanese per la cura e il recupero di esemplari di tartarughe marine in difficoltà, solitamente Caretta caretta, vittime di catture accidentali della pesca, della plastica, in cui restano intrappolate o che ingoiano, o, in casi più rari, di collisione con natanti.

Il Centro, che si trova sull’isola di Favignana, ha due sedi:

  • nei locali semicantinati di Palazzo Florio, un tempo dimora liberty della famiglia Florio, si trova l’ambulatorio, area riservata allo staff che offre le prime cure agli esemplari;
  • all’Ex Stabilimento Florio, vi è lo stabulario, una sala attrezzata con grandi vasche riempite con acqua marina in cui gli esemplari ricoverati continuano a ricevere cure fino a riabilitazione completa. È a questo punto che verranno reinserite in mare, nel rispetto dei protocolli dedicati. La sala è fruibile al pubblico, a cui vengono fornite nozioni base sulla biologia ed ecologia delle tartarughe marine e sulle buone pratiche da seguire in caso di avvistamento/recupero di esemplari in difficoltà.

L’Osservatorio Foca Monaca dell’AMP Isole Egadi si trova all’interno del Castello monumentale di Punta Troia, sull’isola di Marettimo.

Il progetto da cui nasce ha l’obiettivo di monitorare la presenza di esemplari di Foca Monaca all’interno del perimetro dell’AMP. Le attività di ricerca e di studio della Foca Monaca sono condotte in affiancamento a ricercatori ISPRA. Grazie alle fototrappole strategicamente posizionate, è stata dimostrata negli anni la presenza invernale della rara foca.

L’Osservatorio è aperto al pubblico in estate.